lunedì 20 luglio 2009

Santa Teresa Benedetta della Croce e il Profeta Elia

Anche Santa Teresa Benedetta della Croce ha amato molto il profeta Elia. Commentando un passo della Regola carmelitana ella scrive:

"Meditare nella legge del Signore" può essere una forma di preghiera quando assumiamo la preghiera nel suo ampio senso abituale. Ma noi pensiamo al "vigilare nella preghiera" come all'inabissarci in Dio, come è proprio della contemplazione, allora la meditazione ne è solo una via". Vegliando in preghiera, esprime lo stesso che Elia disse con le parole: 'Stare davanti al Volto del Signore"...La preghiera è guardare in alto al Volto dell'Eterno. Lo possiamo solo quando lo Spirito veglia nelle ultime profondità, sciolti da ogni attività e godimento terreno, che lo attutiscono. Essere vigilanti con il corpo non garantisce quest'essere vigilanti e la quiete, desiderata secondo la natura, non lo impedisce".

"Non abbiamo il Salvatore solo nelle narrazioni dei testimoni sulla sua vita. Egli è presente a noi nel Santissimo Sacramento, e le ore di adorazione dinanzi al Massimo Bene, l'ascolto della voce del Dio eucaristico sono: "meditare la Legge del Signore" e "vigilare nella preghiera" nel contempo."
"Elia ritornerà come testimone della rivelazione segreta, quando si avvicinerà la fine del mondo, nella lotta contro l'Anticristo per patire la morte dei martiri per il suo Signore".
"In un momento di grande confusione politica e religiosa della storia di Israele, Elia rappresenta un sicuro punto di riferimento. È colui che restaura l’alleanza con Dio contro il culto dilagante di Baal; è il profeta che manifesta l’intervento strepitoso di Dio sul Carmelo.

Egli appare nella Sacra Scrittura come l’uomo che cammina sempre alla presenza del suo Creatore e combatte, infiammato di zelo, contro l'ingiustizia e la sopraffazione, per il culto dell'unico vero Dio: prima il fuoco che brucia il sacrificio, poi l’acqua, la nuvoletta, “come una mano d’uomo” che sale dal mare e porta la pioggia a dirotto.

Nella tradizione biblica (Siracide 48, 1) Elia è il profeta simile al fuoco, nel libro dei Re è anche colui che incontra Dio nel silenzio e nella preghiera (1Re 19, 11-14).

In questo profeta dalla linea ferrea, appare un senso di umanità e di povertà quando è colto dallo scoraggiamento, quando crolla dentro, quando ha paura di morire ed è stanco e depresso ("non sono migliore dei miei padri"). Il grande eroe per trovare veramente Dio dovrà percorrere un lungo cammino di prova, una forte crisi che lo renderà più umile, meno sicuro di sé: egli dovrà nascondersi per dare a Dio il suo vero posto. Egli verrà ricondotto al silenzio, ad ascoltare una Parola che gli viene dall'Alto, e questa Parola serena e seria lo condurrà a fare una nuova esperienza di Dio.

Se prima Elia si era mostrato come l'eroe che combatte per Dio, da questo momento, egli ritraendosi nel deserto, si immedesima con la Parola di Dio.
Vuole attendere che Dio gli si manifesti, prima che egli stesso parli.

Il suo incontro è portatore di intimità, di profondo silenzio, di forza.
Elia, che ha visto e servito il Signore con un senso della signoria e del primato di Dio veramente eccezionali, gode sull'Oreb dell'intima esperienza del Dio vivente.

Il Profeta comprende che Dio non propizia il trionfo del bene con gesti spettacolari, ma agisce con longanime pazienza, poiché egli è l'Eterno e domina il tempo.

Elia arriva così ad una conoscenza più reale di quel Dio, alla cui presenza vive, che è tale da cambiare la sua persona, da renderlo diverso, veramente "uomo di Dio". Adesso egli è il profeta pieno, che non solo parla di e per Dio, ma anche con Lui.D'ora in poi, dopo la crisi e la dura prova,
Elia si rivela, l'uomo del distacco, dell'obbedienza, della purezza interiore e della preghiera, il vero

contemplativo, il primo monaco, padre dei futuri monaci, che conosce in questa "voce di silenzio svuotato"

qualcosa di più profondo e vero della realtà divina e ne rimane letteralmente trasformato. Egli è fuoco e acqua,

zelo e misericordia, azione e contemplazione; il suo santuario è dentro e viene percorso interiormente: è un

pellegrinaggio interiore per incontrare il Dio vivo e vero".

fonte: http:// www.ocdsicilia.it/altre%20devozioni.htm

Nessun commento:

Posta un commento