Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri. San Agostino

mercoledì 4 novembre 2009

Pulvis es, et in pulverem reverteris (Gen 3,19)

Il 2 novembre, commemorazione dei fedeli defunti, il presbitero, durante l'omelia, ha citato un famoso libro di Sant'Alfonso Maria de' Liguori "APPARECCHIO ALLA MORTE" che a mio avviso potrebbe costituire momento di riflessione e meditazione proprio in questo mese tradizionalmente dedicato al culto dei morti.
Buona lettura

"S. Camillo de Lellis, quando si affacciava sulle fosse de' morti, dicea tra sé: Se questi tornassero a vivere, che non farebbero per la vita eterna? ed io che ho tempo, che fo per l'anima? Ma ciò lo dicea questo Santo per umiltà. Ma voi, fratello mio, forse con ragione potete temere d'essere quel fico senza frutto, di cui diceva il Signore: "Ecce anni tres sunt, ex quo venio quaerens fructum in ficulnea hac, et non invenio" (Luc 13,7). Voi più che da tre anni state nel mondo, che frutto avete dato? Vedete, dice S. Bernardo, che il Signore non solo cerca fiori, ma vuole anche frutti, cioè non solo buoni desideri e propositi, ma vuole anche opere sante. Sappiate dunque avvalervi di questo tempo, che Dio vi dà per sua misericordia; non aspettate a desiderare il tempo di far bene, quando non sarà più tempo, e vi sarà detto: "Tempus non erit amplius: Proficiscere", presto, ora è tempo di partire da questo mondo, presto, quel ch'è fatto è fatto."


Sant'Alfonso Maria de' Liguori
"APPARECCHIO ALLA MORTE"
Ritratto di un uomo da poco tempo passato all'altra vita, puntoIII

1 commento:

  1. Dovremmo sempre vivere sapendo che ogni momento, ogni nostra azione è finalizzata al godimento della gloria di Dio perchè questo è il fine ultimo di ogni uomo

    RispondiElimina