Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri. San Agostino

giovedì 4 giugno 2009

Evangelium Vitae

Leggendo questo brano il pensiero mi ritorna idealmente, alla meravigliosa figura di Giovanni Paolo II. Egli fu un vero conoscitore del cuore dell’uomo, perché amò profondamente il gregge affidatogli da Dio!
A distanza di anni uno spaccato autentico della condizione dell’uomo contemporaneo.
Un invito pressante ad interrogarsi “sul senso più autentico dell’esistenza”

[…]Chiuso nel ristretto orizzonte della sua fisicità, si riduce in qualche modo a «una cosa» e non coglie più il carattere «trascendente» del suo «esistere come uomo». Non considera più la vita come uno splendido dono di Dio, una realtà «sacra» affidata alla sua responsabilità e quindi alla sua amorevole custodia, alla sua «venerazione». Essa diventa semplicemente «una cosa», che egli rivendica come sua esclusiva proprietà, totalmente dominabile e manipolabile. Così, di fronte alla vita che nasce e alla vita che muore, non è più capace di lasciarsi interrogare sul senso più autentico della sua esistenza, assumendo con vera libertà questi momenti cruciali del proprio «essere». Egli si preoccupa solo del «fare» e, ricorrendo ad ogni forma di tecnologia, si affanna a programmare, controllare e dominare la nascita e la morte. Queste, da esperienze originarie che chiedono di essere «vissute», diventano cose che si pretende semplicemente di «possedere» o di «rifiutare». (EV 22)

1 commento:

  1. Il dono della libertà è così grande che può realizzarci pienamente o distruggerci... quante volte si pensa che tutto ciò che viviamo sia nostra proprietà, sia nelle nostre mani, alla sola nostra decisione. Il Papa ci ricorda che non è così, ma che la nostra vita è piena quando è pienamente donata, solo così la nascita o la morte possono assumere il loro senso e quindi non farci paura!

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