Nulla possa turbare la mia pace ne farmi uscire da Te, o Immutabile; ma che ad ogni istante, io mi immerga sempre più nelle profondità del tuo mistero! Beata Elisabetta della Trinità
venerdì 5 giugno 2009
Evangelium Vitae
La cosiddetta «qualità della vita» è interpretata in modo prevalente o esclusivo come efficienza economica, consumismo disordinato, bellezza e godibilità della vita fisica, dimenticando le dimensioni più profonde — relazionali, spirituali e religiose — dell'esistenza. In un simile contesto la sofferenza, inevitabile peso dell'esistenza umana ma anche fattore di possibile crescita personale, viene «censurata», respinta come inutile, anzi combattuta come male da evitare sempre e comunque. Quando non la si può superare e la prospettiva di un benessere almeno futuro svanisce, allora pare che la vita abbia perso ogni significato e cresce nell'uomo la tentazione di rivendicare il diritto alla sua soppressione. (EV 23)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
La vita ha senso, ha sempre senso... non posso pensare che la vita, per essere vita debba essere legata ad una qualità... stabilita da chi peraltro!
RispondiEliminaNon la teoria mi dimostra la verità di ciò, me lo dicono gli sguardi di mamme che incontro a scuola e che accompagnano i loro figli disabili, me lo dicono volontari che aiutano anziani, me lo dicono medici che si prendono cura dei malati anche quando non c'è più niente da fare: loro per me sono testimoni del Vangelo della Vita!
Peccato che a fronte di uno o di pochi che disprezzano la vita, soprattutto quella degli altri, i molti che la amano rimangono nel silenzio e nel nascondimento.
è proprio vero il detto: fa più rumore un albero che cade di un'intera foresta che cresce!