Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri. San Agostino

mercoledì 7 ottobre 2009

HO SETE.

"Per eccitare il mio zelo, Dio mi mostrò che i miei desideri gli piacevano. Intesi parlare d’un grande criminale, che era stato condannato a morte per dei delitti orribili, tutto faceva prevedere ch’egli morisse nell’impenitenza. Volli a qualunque costo impedirgli di cadere nell’inferno, e per arrivarci usai tutti i mezzi immaginabili; consapevole che da me stessa non potevo nulla, offersi al buon Dio tutti i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della santa Chiesa, finalmente pregai Celina di far dire una Messa secondo la mia intenzione, non osando chiederla io stessa per timore d’essere costretta a confessare ch’era per Pranzini, il grande criminale. Non volevo dirlo nemmeno a Celina, ma lei mi fece domande così tenere e pressanti, che le confidai il mio segreto; ben lungi dal prendermi in giro, mi chiese di aiutarmi a convertire il mio peccatore; accettai con riconoscenza, perché avrei voluto che tutte le creature si unissero con me per implorare la grazia a favore del colpevole. Sentivo in fondo al cuore la certezza che i desideri nostri sarebbero stati appagati; ma, per darmi coraggio e continuare a pregare per i peccatori, dissi al buon Dio che ero sicura del suo perdono per lo sciagurato Pranzini: e che avrei creduto ciò anche se quegli non si fosse confessato e non avesse dato segno di pentimento, tanta fiducia avevo nella misericordia infinita di Gesù, ma che gli chiedevo solamente «un segno» di pentimento per mia semplice consolazione... La mia preghiera fu esaudita alla lettera! Nonostante la proibizione che Papà ci aveva posta di leggere giornali, non credetti disobbedire leggendo le notizie su Pranzini. il giorno seguente alla sua esecuzione capitale mi trovo in mano il giornale: «La Croix». L’apro con ansia, e che vedo? Ali, le mie lacrime tradirono la mia emozione, e fui costretta a nascondermi. Pranzini non si era confessato, era salito sul patibolo e stava per passare la testa nel lugubre foro, quando a un tratto, preso da una ispirazione subitanea, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava, e bacia per tre volte le piaghe divine! Poi l’anima sua va a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dice: «Ci sarà più gioia in Cielo per un solo peccatore il quale faccia penitenza che per novantanove giusti i quali non ne hannobisogno...».

136 – Avevo ottenuto «il segno» richiesto, e quel segno era la riproduzione fedele delle grazie che Gesù mi aveva fatte per attirarmi a pregare in favore dei peccatori. Non era davanti alle piaghe di Gesù, vedendo cadere il suo Sangue divino, che la sete delle anime mi era entrata nel cuore? Volevo dar loro da bere quel Sangue immacolato che avrebbe purificato le loro macchie, e le labbra del «mio primo figlio» andarono a posarsi sulle piaghe sante!!! Quale risposta dolcissima! Ah, dopo quella grazia unica, il mio desiderio di salvare anime crebbe giorno per giorno; mi pareva udire Gesù che mi dicesse, come alla Samaritana: «Dammi da bere». Era un vero scambio di amore; alle anime davo il Sangue di Gesù, a Gesù offrivo quelle anime stesse rinfrescate dalla rugiada divina; mi pareva così di dissetano, e più gli davo da bere più la sete della mia povera anima cresceva, ed era quella sete ardente che egli mi dava come la bevanda più deliziosa del suo amore."

STORIA DI UN’ANIMA
di SANTA TERESA DI LISIEUX
Scritto autobiografico A
diretto a madre Agnese di Gesù (la sorella Paolina)

Nessun commento:

Posta un commento