"Fratelli, celebrate come si conviene, con grande fervore di spirito, l'Avvento del Signore, con viva gioia per il dono che viene fatto e con profonda riconoscenza per l'amore che viene dimostrato.
Non meditate però solo sulla prima venuta del Signore, quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sè per sempre.
Fate oggetto di contemplazione la doppia venuta del Cristo, riflettendo su quanto ci ha donato nella prima e su quando ritornerà per unirci a sè per sempre.(...)Il Salvatore trasfigurerà con la sua venuta "il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" solo se già prima troverà rinnovato e conformato nell'umiltà al suo il nostro cuore"Mt 11,29.Considera in queste parole la doppia umiltà,quella di conoscenza e quella di volontà.
Quest'ultima qui viene chiamata umiltà di cuore.
Con la prima consciamo il nostro niente, come deduciamo dall'esperienza di noi stessi,e dalla nostra debolezza. Con la seconda rifiutiamo la gloria fatua del mondo.
Noi impariamo l'umiltà del cuore da colui che "spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo" Fil 2,7, da colui che quando fu cercato per essere fatto re, fuggì,;invece quando fu ricercato per essere coperto di oltraggi e condannato all'ignominia e al supplizio della croce, si offrì di sua spontanea volontà.
Dai Discorsi di San Bernardo, abate, discorso sll'Avvento,3-4
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