Il nostro Signore ha chiamato Zaccheo dal sicomoro sul quale era salito, e subito Zaccheo si è affrettato a scendere e l'ha accolto nella sua casa... Infatti, anche prima di essere stato chiamato, ha sperato di vederlo e di diventare suo discepolo. È cosa mirabile il suo credere in lui, senza che il Signore gli abbia parlato e senza averlo visto con gli occhi del corpo, ma semplicemente sulla parola degli altri. La fede presente in lui era stata custodita nella sua vita e nel suo essere naturali. E questa fede si è manifestata quando ha creduto nel nostro Signore, al momento stesso in cui ha saputo che arrivava. La semplicità della sua fede è venuta a galla quando ha promesso di dare la metà dei suoi beni ai poveri e di restituire quattro volte tanto ciò che aveva preso in modo disonesto.
Infatti, se lo Spirito di Zaccheo non era stato pieno in questo momento della semplicità che si addice alla fede, non avrebbe fatto questa promessa a Gesù e non avrebbe speso e distribuito in poco tempo ciò che aveva ammassato in tanti anni di lavoro. La semplicità ha elargito da ogni parte ciò che la scaltrezza aveva ammassato, la purezza dell'anima ha disseminato ciò che la frode aveva acquistato e la fede ha rinunciato a ciò che l'ingiustizia aveva ottenuto e posseduto e ha proclamato che questo non le apparteneva.
Dio infatti è l'unico bene della fede e essa rifiuta di possedere ogni altro bene. Per essa tutti i beni sono poco importanti, all'infuori di questo unico bene durevole che è Dio. Abbiamo ricevuto in noi la fede per trovare Dio e possedere solo lui, e per vedere che quanto esiste fuori di lui non giova a nulla.
Filosseno di Mabbug vescovo in Siria
Discorso 4, 79-80
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