Nulla possa turbare la mia pace ne farmi uscire da Te, o Immutabile; ma che ad ogni istante, io mi immerga sempre più nelle profondità del tuo mistero! Beata Elisabetta della Trinità
lunedì 24 ottobre 2011
Donna, sei libera dalla tua infermità
« Gesù insegnava in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. » Il peccatore, preoccupato delle cose della terra e non cercando quelle del cielo, è incapace di guardare verso l'alto: siccome segue i desideri che lo spingono verso il basso, la sua anima, perdendo la sua rettitudine, s'incurva, e non vede più che ciò a cui pensa continuamente. Ritornate nei vostri cuori, fratelli carissimi, e esaminate continuamente i pensieri che non cessano di girare nella vostra mente. Uno pensa agli onori, l'altro al denaro, un altro ancora ad aumentare le sue proprietà. Tutte queste cose sono basse, e quando lo spirito ne è investito, s'incurva perdendo la sua rettitudine. E poiché non si raddrizza per desiderare i beni dell'alto, egli è come la donna curva che non può assolutamente guardare verso l'alto...
Il salmista ha descritto molto bene la nostra curvatura quando ha detto di lui stesso, come simbolo di tutto il genere umano : « Sono curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno. » (Sal 38,7). Egli considerava che l'uomo, anche se creato per contemplare la luce dall'alto, è stato scacciato dal paradiso per colpa dei suoi peccati e, per conseguenza, le tenebre regnano nella sua anima, facendogli perdere l'appetito delle cose dell'alto e portare la sua attenzione verso le cose del basso... Se l'uomo, perdendo di vista le cose del Cielo, non pensasse che alle necessità di questo mondo, sarebbe senza dubbio curvo e umiliato, ma comunque non « a l'eccesso ». Ora, siccome non solo le necessità fanno cadere questi pensieri..., ma inoltre il piacere proibito lo stermina, egli non è solamente curvo, ma « curvo a l'eccesso ».
San Gregorio Magno papa, dottore della Chiesa
Omelie sui Vangeli, 17 § 6-7
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