Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri. San Agostino

venerdì 11 novembre 2011

Il salmo

Il grande vescovo Ambrogio di Milano scrive: “Il Salmo è benedizione per i fedeli, lode a Dio, inno del popolo, plauso di tutti, parola universale, voce della Chiesa, professione e canto di fede, espressione di autentica devozione, gioia di libertà, grido di giubilo, suono di letizia. Mitiga l’ira, libera dalle sollecitudini, solleva dalla mestizia. E’ protezione nella notte, istruzione nel giorno, scudo nel timore, festa nella santità, immagine di tranquillità, pegno di pace e di concordia che, a modo di cetra, da voci molteplici e differenti, ricava un’unica melodia. Il Salmo canta il sorgere del giorno, il Salmo ne fa risuonare il tramonto. Nel Salmo il gusto gareggia con l’istruzione: nello stesso tempo si canta per diletto e si apprende per ammaestramento. Che cos’è che non trovi quando leggi i Salmi? In essi leggo: ‘Canto d’amore’ (Sal 44,1) e mi sento infiammare dal desiderio di un santo amore. In essi passo in rassegna le grazie della rivelazione, le testimonianze della risurrezione, i doni della promessa. In essi imparo ad evitare il peccato e a non vergognarmi della penitenza per i peccati. Che cosa dunque è il Salmo se non lo strumento musicale delle virtù, suonando il quale con il plettro dello Spirito Santo, il venerando profeta (Davide) fa echeggiare in terra la dolcezza del suono celeste?” . S. Ambrogio, Commento sul Salmo 1, PL 14, 968-970, 9-12, cit. in T. VERDON, Un leone nello studio. San Girolamo visto da Antonello da Messina, in Osservatore Romano, 3-9 2010, p.4.

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