Le parole non sono state inventate perché gli uomini s’ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all’altro la bontà dei propri pensieri. San Agostino

domenica 31 maggio 2009

Santa Teresina . La mia vocazione per il Carmelo

Per gli auguri di Pentecoste, ho scelto cari lettori del mio blog, una pagina del diario di Santa Teresinadi Gesù.
L'ho scelto perchè proprio nel giorno Di Pentecoste di quell'anno la piccola Teresa scelse di confessare al padre il grande passo della sua vita! Non fu certamente un caso,lei era consapevole che quella scelta era un dono suscitato dallo Spirito Santo,il grande Sposo dell'anima di ogni cristiano.
Possa lo Spirito Santo, in questo giorno, rivelare ad ognuno di noi quanto è grande l'amore che Dio ha riversato nei nostri cuori!


"Per fare la mia grande confidenza scelsi il giorno della Pentecoste: tutto il giorno supplicai i Santi Apostoli di pregare per me, di ispirarmi le parole che dovevo dire... Non erano forse loro infatti che dovevano aiutare la bambina timida che Dio destinava a diventare l'apostola degli apostoli con la preghiera e il sacrificio? Fu solo il pomeriggio, di ritorno dai vespri, che trovai l'occasione di parlare al mio Papà diletto. Era andato a sedersi sul bordo della cisterna e là, con le mani giunte, contemplava le meraviglie della natura; il sole, i cui fuochi avevano perso l'ardore, indorava la cima dei grandi alberi dove gli uccellini cantavano gioiosamente la preghiera della sera. Il bel volto di Papà aveva un'espressione celeste, sentivo che la pace gli inondava il cuore. Senza dire una sola parola andai a sedermi accanto a lui, gli occhi già bagnati di lacrime; egli mi guardò con tenerezza, mi prese la testa e l'appoggiò sul suo cuore dicendomi: « Che hai reginetta mia?... confidamelo... ». Poi, alzandosi, come per nascondere la sua emozione, camminò lentamente tenendomi sempre la testa sul suo cuore. Tra le lacrime gli confidai il mio desiderio di entrare al Carmelo: allora le sue lacrime vennero a mescolarsi alle mie, ma non disse una parola per distogliermi dalla mia vocazione; si accontentò semplicemente di farmi notare che ero ancora molto giovane per prendere una decisione tanto grave. Ma io difesi così bene la mia causa che, con la sua natura semplice e retta, egli fu subito convinto che il mio desiderio era quello di Dio stesso, e nella sua fede profonda esclamò che il Buon Dio gli faceva un grande onore a domandargli così le sue figlie. Continuammo a lungo la nostra passeggiata; il mio cuore, sollevato dalla bontà con la quale il mio incomparabile Padre aveva accolto le sue confidenze, si riversava dolcemente nel suo. Papà sembrava godere di quella gioia tranquilla che da' il sacrificio consumato; mi parlò come un santo e vorrei ricordarmi le sue parole per scriverle qui, ma di esse ho conservato solo un ricordo troppo profumato perché si possa esprimere. Ciò di cui mi ricordo perfettamente fu il gesto simbolico che il mio diletto Re compì senza saperlo. Avvicinandosi ad un muro non molto alto, mi mostrò dei fiorellini bianchi simili a dei gigli in miniatura e, prendendo uno di quei fiori, me lo diede, spiegandomi con quanta cura il Buon Dio l'aveva fatto nascere e l'aveva conservato fino a quel giorno. Sentendolo parlare, credevo di ascoltare la mia storia, tanta era la somiglianza tra quello che Gesù aveva fatto per il piccolo fiore e la piccola Teresa...Ricevetti quel fiorellino come una reliquia e vidi che nel coglierlo Papà aveva tolto tutte le sue radici senza spezzarle: sembrava destinato a vivere ancora in un'altra terra più fertile del muschio tenero nel quale erano trascorsi i suoi primi giorni... Era proprio questo stesso atto che Papà aveva fatto per me alcuni istanti prima, permettendomi di salire la montagna del Carmelo e di lasciare la dolce valle, testimone dei miei primi passi nella vita."

(Scritto autobiografico "Storia di un'anima-A" n. 143)

1 commento:

  1. Ciao, sono passata per caso di qua...Ciao! Buona festa di Pentecoste!

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