Nulla possa turbare la mia pace ne farmi uscire da Te, o Immutabile; ma che ad ogni istante, io mi immerga sempre più nelle profondità del tuo mistero! Beata Elisabetta della Trinità
domenica 27 novembre 2011
La venuta del Signore
Fratelli carissimi, ecco arrivato il tempo in cui dobbiamo «cantare l'amore e la giustizia del Signore» (Sal 100,1). E' l'Avvento del Signore, la venuta di Colui che è, che era e che viene (Ap 1,8). Ma come e dove verrà; come e dove viene? Non ha forse detto: «Io riempio il cielo e la terra?» (Ger 23,24) Come può venire dal cielo sulla terra colui che riempie e cielo e terra? Ascolta il Vangelo: «Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe» (Gv 1,10). Era dunque presente e assente nel medesimo tempo: presente, perché era nel mondo; assente perché il mondo non lo riconobbe... E come non poteva essere lontano Colui che non era riconosciuto, a cui nessuno credeva, che nessuno temeva, che nessuno amava?...
Egli viene perché noi possiamo riconoscere colui che non era stato riconosciuto; perché crediamo in colui a cui non avevamo creduto; perché temiamo colui che non avevamo temuto; perché amiamo colui che non abbiamo amato. Colui che era presente attraverso la sua natura, viene nella sua misericordia... Pensate un po' a Dio e vedete cosa significa per lui deporre una potenza tanto grande, come Egli umilia un potere così grande, come indebolisce una forza così grande, come rende irragionevole una sapienza tanto grande. Era un dovere di giustizia verso l'uomo? No, di certo!...
Omelia per l'Avvento
Sant'Aelredo di Rievaulx ( 1110-1167), monaco cistercense inglese
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