Preghira del Padre Nostro commentata da Santa Teresa di Gesù
«Ora, il gran bene che a me sembra vi sia nel regno dei cieli, insieme con molti altri, è non tenere più in alcun conto le cose della terra, ma sentire in sé un gran riposo e una piena felicità, gioire della gioiadi tutti, godere di una pace continua e provare una profonda soddisfazione interiore nel vedere che tutti santificano e lodano
il Signore, ne benedicono il nome e nessuno l’offende. Tutti lo amano e l’anima stessa non attende ad altro, se non ad amarlo,perché lo conosce.Ecosìl’ameremmonquaggiù, conoscendolo, anche se non con questa perfezione e continuità, ma sempre molto diversamente dacome lo amiamo». (C 30,5)
«È bene ricercare una maggiore solitudine per meglio facilitare l’azione del Signore e lasciare che Sua Maestà operi in noi come in casa propria. Tutt’al più, di quando in quando, pronunciare una parola dolce, come chi soffia leggermente sulla candela, quando la vede spegnersi, per ravvivarne la fiamma». (C 31,7)
L’anima è come un bambino lattante attaccato al seno della madre, la quale, senza che egli faccia lo sforzo di succhiare, gli spreme il latte in bocca per tenerezza. Così avviene qui dove, senza alcun lavoro dell’intelletto, la volontà è intesa ad amare e comprende, senza pensarci, per volere di Dio, che sta con lui e che non deve far altro se non inghiottire il latte che Sua Maestà le pone in bocca e godere di quella dolcezza, riconoscendo che tale grazia le viene dal Signore». (C 31,9)
«Vi sono persone, e io sono stata una di esse, alle quali il Signore dà sentimenti di devozione,
sante ispirazioni, luce sulla vanità del tutto e, infine, il dono di quiete, mentre esse fanno le sorde. Questo perché sono talmente desiderose di parlare e di dire molte orazioni vocali in gran fretta, come chi vuole portare a termine presto il suo compito, nella misura in cui sono obbligate a recitarle ogni giorno. E
sebbene – come ho detto – il Signore pongaloro nelle mani il suo regno, non lo accettano, perché pensano di far meglio con le loro preghiere, e così si distraggono dall’orazione di quiete». (C 31,12)
«Voi, sorelle, non fatelo, e state bene attente quando il Signore vi concederà questa grazia.
Badate che, perdendola, perdereste un gran tesoro e che fate molto di più pronunciando diquando in quan do una sola parola del Pater noster che recitandolo molte volte in fretta. Colui che voi pregate è così vicino che non mancherà di ascoltarvi. Credetemi, in questo consiste il lodare e santificare veramente il suo nome.
Infatti voi allora glorificherete il Signore come persone della sua casa, lo loderete con maggiore
affetto e fervore e, infine, vi sembrerà impossibile fare a meno di servirlo». (C 31,13)
Carmelitani Scalzi - Sicilia
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