Nulla possa turbare la mia pace ne farmi uscire da Te, o Immutabile; ma che ad ogni istante, io mi immerga sempre più nelle profondità del tuo mistero! Beata Elisabetta della Trinità
giovedì 6 settembre 2012
Uscì e si recò in un luogo deserto
Come possiamo non ricordarci un Maestro come colui che ci insegnò la preghiera, che ce la insegnò con tanto amore e con un così grande desiderio che essa ci fosse utile?... Sapete che ci ha insegnato a pregare nella solitudine. Così faceva sempre nostro Signore, quando pregava, non perché gli fosse necessario, ma perché voleva darci un esempio. Abbiamo detto prima che non possiamo parlare allo stesso tempo a Dio e al mondo. Ora, non fanno altra cosa, coloro che recitano delle preghiere e contemporaneamente ascoltano quel che si dice attorno, o si fermano ai pensieri che si presentano senza preoccuparsi di respingerli.
Non parlo di quelle indisposizioni che sopravvengono a volte, né soprattutto della malinconia e della debolezza dello spirito che affliggono certe persone e le impediscono, malgrado i loro sforzi, di raccogliersi. Lo stesso dicasi per quei temporali interiori che possono turbare a volte i fedeli servi di Dio, e che vengono permessi da lui, per il loro miglior bene. Nella loro afflizione, cercano invano la calma. Qualunque cosa facciano, non possono essere attenti alle preghiere che pronunciano. Il loro spirito, ben lungi dal fissarsi su qualcosa, va talmente alla ventura che sembra in preda a una specie di frenesia. Dalla pena che ne provano,vedranno che non è colpa loro; che non si tormentino dunque... Poiché la loro anima è malata, che si applichino a procurarle qualche riposo e si occupino di qualche altra opera di virtù. Questo devono fare le persone che vegliano su se stesse, e capiscono che non si può parlare a Dio e al mondo allo stesso tempo.
Ciò che dipende da noi, è cercare di essere nella solitudine per pregare. E piaccia a Dio che questo basti, lo ripeto, per capire al cospetto di chi siamo e come il Signore risponde alle nostre domande! Pensate forse che egli taccia, quando non lo sentiamo? No, certo. Parla al cuore quando è il cuore che lo prega.
Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Il cammino di perfezione, cap. 24
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