Preghira del Padre Nostro commentata da Santa Teresa di Gesù
«Pensate che importi poco, per un’anima proiettata al di fuori, comprendere questa verità e
sapere che non ha bisogno, per parlare con il suo eterno Padre e godere della sua compagnia, di salire al cielo, né ha bisogno di alzare la voce?
Per quanto possa farlo sommessamente, egli le è così vicino che l’udrà. E non ha bisogno di ali
per andare a cercarlo, ma solo di ritirarsi in solitudine, sentirlo dentro di sé e non meravigliarsi
di ricevere un tale Ospite». (C 28,2)
«Bella umiltà sarebbe quella che io ospiti l’Imperatore del cielo e della terra in casa mia, dove
egli viene per colmarmi delle sue grazie, per compiacersi con me, e per umiltà non voglia rispondergli né restare con lui, né accettare quello che mi dà e lo lasci solo!... Guardatevi, figlie
mie, da queste forme di umiltà, e trattate invece con lui come con un padre, con un fratello, con
un maestro, con uno sposo, a volte in un modo, a volte in un altro, perché egli v’insegnerà che
cosa dobbiate fare per contentarlo». (C 28,3)
«Le persone che sapranno rinchiudersi in questo piccolo cielo della loro anima, dove abita colui che l’ha creata e che pure creò la terra, e abituarsi a non volgere lo sguardo né a soffermarsi
su ciò che può distrarre i loro sensi esteriori, seguono, credano pure, un cammino sicuro: non mancheranno di giungere a bere l’acqua della fonte e faranno molta strada in poco tempo.
È come chi, andando per nave, con un po’di buon vento, giunge al termine del viaggio in pochi giorni, mentre quelli che vanno per terraimpiegano molto di più». (C 28,5)
«Immaginiamo, dunque, che dentro di noi ci sia un palazzo di una enorme ricchezza, un edificio tutto d’oro e di pietre preziose, quale, infine, si conviene a un tale Signore; pensate che voi contribuite, com’è vero, al suo splendore, non essendoci alcun palazzo di tanta bellezza che
regga il confronto con un’anima pura e piena di virtù. Più queste sono elevate, più le pietre preziose risplendono; pensate, inoltre, che in questo palazzo abita il gran Re che si è compiaciuto di essere vostro Padre e che siede su un trono di grande valore: il vostro cuore». (C 28,9)
«Se avessi capito, come ora, che in questo minuscolo palazzo dell’anima mia abita un Re così grande, mi sembra che non l’avrei lasciato tanto spesso solo; qualche volta, almeno, sarei stata con lui e soprattutto avrei procurato di non esser così piena di macchie.
Ma che cosa c’è di più meraviglioso che vedere colui il quale può riempire della sua grandezza
mille e mille mondi, rinchiudersi in una casa così piccola?» (C 28,11)
«Egli ha il potere d’ingrandire il palazzo dell’anima.
Tutto sta nel fargliene dono con piena decisione e di sgombrarlo, affinché egli possa mettere o levare quel che vuole, disponendone come di cosa propria... Egli non vuol forzare la nostra volontà, prende ciò che gli diamo, ma non si dà interamente a noi finché noi non ci diamo interamente a lui. Questo è fuor di dubbio, ed essendo di grande importanza, ve lo ricordo continuamente: il Signore non agisce nell’anima se non quando, del tutto sgombra da ostacoli, è sua... ». (C 28,12)
«Non si separi mai da una così buona compagnia e rimpianga il lungo tempo in cui ha lasciato solo suo Padre, pur avendo tanto bisognodi lui. Se può, se ne ricordi molte volte al giorno, o almeno qualche volta. Dal momento in cui ne abbia acquistato l’abitudine, presto o tardi ne trarrà profitto». (C 29,7)
Per quanto possa farlo sommessamente, egli le è così vicino che l’udrà. E non ha bisogno di ali
per andare a cercarlo, ma solo di ritirarsi in solitudine, sentirlo dentro di sé e non meravigliarsi
di ricevere un tale Ospite». (C 28,2)
«Bella umiltà sarebbe quella che io ospiti l’Imperatore del cielo e della terra in casa mia, dove
egli viene per colmarmi delle sue grazie, per compiacersi con me, e per umiltà non voglia rispondergli né restare con lui, né accettare quello che mi dà e lo lasci solo!... Guardatevi, figlie
mie, da queste forme di umiltà, e trattate invece con lui come con un padre, con un fratello, con
un maestro, con uno sposo, a volte in un modo, a volte in un altro, perché egli v’insegnerà che
cosa dobbiate fare per contentarlo». (C 28,3)
«Le persone che sapranno rinchiudersi in questo piccolo cielo della loro anima, dove abita colui che l’ha creata e che pure creò la terra, e abituarsi a non volgere lo sguardo né a soffermarsi
su ciò che può distrarre i loro sensi esteriori, seguono, credano pure, un cammino sicuro: non mancheranno di giungere a bere l’acqua della fonte e faranno molta strada in poco tempo.
È come chi, andando per nave, con un po’di buon vento, giunge al termine del viaggio in pochi giorni, mentre quelli che vanno per terraimpiegano molto di più». (C 28,5)
«Immaginiamo, dunque, che dentro di noi ci sia un palazzo di una enorme ricchezza, un edificio tutto d’oro e di pietre preziose, quale, infine, si conviene a un tale Signore; pensate che voi contribuite, com’è vero, al suo splendore, non essendoci alcun palazzo di tanta bellezza che
regga il confronto con un’anima pura e piena di virtù. Più queste sono elevate, più le pietre preziose risplendono; pensate, inoltre, che in questo palazzo abita il gran Re che si è compiaciuto di essere vostro Padre e che siede su un trono di grande valore: il vostro cuore». (C 28,9)
«Se avessi capito, come ora, che in questo minuscolo palazzo dell’anima mia abita un Re così grande, mi sembra che non l’avrei lasciato tanto spesso solo; qualche volta, almeno, sarei stata con lui e soprattutto avrei procurato di non esser così piena di macchie.
Ma che cosa c’è di più meraviglioso che vedere colui il quale può riempire della sua grandezza
mille e mille mondi, rinchiudersi in una casa così piccola?» (C 28,11)
«Egli ha il potere d’ingrandire il palazzo dell’anima.
Tutto sta nel fargliene dono con piena decisione e di sgombrarlo, affinché egli possa mettere o levare quel che vuole, disponendone come di cosa propria... Egli non vuol forzare la nostra volontà, prende ciò che gli diamo, ma non si dà interamente a noi finché noi non ci diamo interamente a lui. Questo è fuor di dubbio, ed essendo di grande importanza, ve lo ricordo continuamente: il Signore non agisce nell’anima se non quando, del tutto sgombra da ostacoli, è sua... ». (C 28,12)
«Non si separi mai da una così buona compagnia e rimpianga il lungo tempo in cui ha lasciato solo suo Padre, pur avendo tanto bisognodi lui. Se può, se ne ricordi molte volte al giorno, o almeno qualche volta. Dal momento in cui ne abbia acquistato l’abitudine, presto o tardi ne trarrà profitto». (C 29,7)
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